Carlo M. Cipolla (1922-2000) è stato uno degli storici più insigni del Novecento.

Pavese di nascita, nel 1944 si laureò in Scienze politiche all’Università di Pavia. Negli anni successivi studiò presso l’École des hautes études di Parigi e la London school of economics.

Nel 1992 l’Università di Pavia gli ha conferito una laurea honoris causa in Medicina e Chirurgia.

Inoltre, l’Università di Pavia gli ha intitolato il Dipartimento di Scienze Storiche e Geografiche e nel 2001 ha acquisito gran parte della sua biblioteca personale che raccoglie opere sulla storia economica e sulla storia della moneta, ora conservata come Fondo Carlo M. Cipolla presso la Biblioteca di Studi umanistici Francesco Petrarca.

E’ stato docente nelle più prestigiose Università italiane (Venezia, Torino, Pavia, Scuola Normale Superiore di Pisa, Istituto Universitario Europeo) e, per oltre trent’anni, nell’Università di California a Berkeley.

Curioso di ogni aspetto della storia, attento a temi poco frequentati dagli storici dell’economia, Cipolla ha aperto nuove vie alla ricerca e ha lasciato un’eredità ricca di idee e di riflessioni che conservano una straordinaria attualità.

Nel 2020, per il ventesimo anniversario della sua scomparsa il Centro per la Storia dell’Università di Pavia ha pubblicato il libro di Giovanni Vigo, Carlo M. Cipolla. Un viaggiatore nella Storia. Il volume si inserisce nella collana Fonti e Studi per la Storia dell’Università di Pavia – Documenti di Arte e Scienza.

Pier Luigi Vercesi – giornalista, scrittore (autore, fra gli altri, di “Il Naso di Dante” ) e nostro laureato – ha scritto per il Corriere della Sera del 3 gennaio 2021: “L’avventura intellettuale e umana di Cipolla  è ora ricostruita, con lo stesso stile del maestro, da Giovanni Vigo, che assunse la cattedra di Cipolla a Pavia quando lui, a metà degli anni Settanta,  veleggiò verso altri lidi andando poi in pensione come professore emerito a Berkeley e della Normale di Pisa. In Carlo M. Cipolla. Un viaggiatore nella Storia persino Vigo sembra meravigliarsi della modernità del maestro quando, in tempi non sospetti, analizzò gli effetti economici dei lockdown resi necessari dalle epidemie di peste.”  Leggi l’articolo completo

 


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