Fabrizio Capobianco, valtellinese, da Pavia alla Silicon Valley

Laurea in Ingegneria nel 1994 all’Università di Pavia e dottorato di ricerca in Computer Science nello stesso ateneo nel 1997.

Alunno dell’Almo Collegio Borromeo, ha iniziato la sua brillante carriera già durante il periodo di studi, fondando nel 1994 la prima azienda di web in Italia, la “Internet Graffiti”, il primo dei tanti progetti da lui avviati.

È stato un vero pioniere digitale, tra i primi a riconoscere e sviluppare al meglio le potenzialità di Internet. Da più di vent’anni vive nella Silicon Valley, la zona degli Stati Uniti che è sinonimo di innovazione e tecnologia a livello internazionale. Qui, nel 2002, ha creato Funambol, azienda digitale con quartier generale in Silicon Valley ma ingegneri italiani, che lavoravano a distanza, dal Polo Tecnologico di Pavia.

Nel 2012 ha anche fondato Tok.tv, che ad agosto 2019 ha venduto all’azienda Minerva Networks, di cui è attualmente Chief Innovation Officer.

Nonostante le sue numerose esperienze all’estero, non manca di sottolineare l’importanza della sua formazione universitaria pavese e il valore dei colleghi italiani con cui si è trovato a collaborare. Di fatto, grazie al suo concept di “azienda liquida” – senza uffici ma basata su un continuo contatto a distanza – ha potuto essere sempre supportato in ognuna delle sue aziende da un team composto prevalentemente da “cervelli italiani” che, come lui, desiderano espandere i loro orizzonti su scala globale. In particolare, ha giocato un ruolo fondamentale nel far conoscere l’eccellenza pavese a livello internazionale.

È stato Ospite d’Onore della Giornata del Laureato dell’Università di Pavia del 2009, occasione in cui è stato insignito della “Medaglia Teresiana” dall’allora Rettore Angiolino Stella. Durante quell’evento, ormai lontano, il discorso di Fabrizio Capobianco si chiudeva con l’invito ai giovani a non aver paura di innovare, a non temere di investire tempo e fatica, di non temere il confronto con il mondo, in sintesi a “levare l’ancora, alzare le vele e salpare per il mondo”.

Lo stesso invito che oggi rivolge alle future matricole dell’Ateneo Pavese ad accogliere le sfide come nuove emozionanti avventure, come ha raccontato nel corso della sua testimonianza di studente prima e di laureato poi in occasione dell’evento di Porte Aperte Virtuale 2020.