Sul valore dell’iter formativo ricevuto all’Università di Pavia ha detto “Gli studi umanistici che ho seguito all’UniPV con docenti come Isella, Corti, Segre e Gavazzeni, mi hanno permesso di avvicinarmi ai testi che ho affrontato in teatro con competenza e capacità critica, presupposti fondamentali per il lavoro di palcoscenico nella creazione dei diversi personaggi.”

Patrizia Milani si laurea in lettere con Franco Gavazzeni con una tesi su “Il Fuoco” di D’Annunzio ma aveva già intrapreso la strada del teatro che l’avrebbe portata al successo.

Diplomata col primo premio all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, nel 1973 debutta ne ” L’Avaro ” di Molière, per la regia di Orazio Costa, accanto a Ernesto Calindri.

Attrice sensibile e versatile affronta da subito personaggi complessi.

Nel 1974 è Annabella in “Peccato che sia una sgualdrina” di Ford, regia di Roberto Guicciardini e Ofelia nell “Amleto” diretto da Maurizio Scaparro.

Nel 1976-7 con la compagnia di Giulio Bosetti ricopre i ruoli della Figliastra nei “Sei personaggi in cerca d’autore” di Pirandello e di Lisa ne “Il Pigmalione” di Shaw.

Dal 1982 all’ 85 ha lavorato con il Teatro Stabile di Palermo interpretando, tra l’altro, “La signorina Giulia” di Strindberg regia di Roberto Guicciardini e “Il mercante di Venezia” con Gianni Santuccio, regia di Pietro Cartiglio.

Nel 1988 il fortunato incontro con Marco Bernardi, regista e direttore del Teatro Stabile di Bolzano, con cui inizia una lunga collaborazione. Insieme hanno dato vita ad alcuni degli spettacoli più interessanti della scena italiana negli anni che vanno dal 1990 al 2015.
Ricordiamo qualche titolo: “La Locandiera” e “La vedova scaltra” di Goldoni, “Libertà a Brema” di Fassbinder e “Anni di piombo” della von Trotta, “Medea” e “Troiane” di Euripide, “Coppia aperta, quasi spalancata” di Fo e Rame, “L’Arialda” di Testori, “Il giardino dei ciliegi” e “Il gabbiano” di Cechov, “Il maggiore Barbara” e “La signora Warren” di Shaw, “La vita che ti diedi”, “Ma non è una cosa seria” e “Questa sera si recita a soggetto” di Pirandello, accanto a Carlo Simoni, Gianrico Tedeschi, Giustino Durano, Gianni Galavotti.
Con Paolo Bonacelli, regie sempre di Bernardi, “La brigata dei cacciatori” di Thomas Bernhard e, con grande successo, “Il malato immaginario” di Molière.
Sempre a Bolzano ma diretta da Cristina Pezzoli: “Spettri” di Ibsen con Fausto Paravidino, “Precarie età” di Maurizio Donadoni con Maria Paiato e “Gassosa” di Roberto Cavosi.

Esaurito il rapporto con lo Stabile di Bolzano, nel 2018 per il Teatro Piemonte Europa è stata la protagonista di “Clitennestra deve morire”, novità italiana di Osvaldo Guerrieri, regia di Emiliano Bronzino.
Nelle estati del 2018 e 2019 propone col Teatro Pubblico Ligure i versi dell’Odissea in alcuni dei luoghi più suggestivi della Liguria.
Nel giugno 2019 ha debuttato al festival di Asti con “Molière e Madeleine”, un testo nuovo di Roberto Cavosi diretta dallo stesso autore.

Per le sue interpretazioni ha ricevuto svariati riconoscimenti: il Premio Mediterraneo, il Veretium, il Fondi La Pastora, il Premio della Critica Italiana, l’Hystrio, il Flaiano.

Ha preso parte a sceneggiati e commedie televisive e condotto un programma culturale per Rai 1.

Un percorso teatrale con oltre sessanta personaggi, circa 7000 repliche nei più importanti teatri passando, con immutata efficacia espressiva, dal classico al contemporaneo, dal comico al drammatico, al tragico.

In occasione dell’Anniversario dei suoi 50 anni di carriera, un’intervista a tutto tondo (clicca qui) la descrive come attrice e come donna, facendo emergere valori e sentimenti di una persona realizzata non solo nella sua vita professionale.


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