Maturità classica al prestigioso Foscolo di Pavia, dove ha sviluppato la predisposizione a quella voracità conoscitiva divenuta la sua ‘cifra’ di sempre e per sempre.
Nel 1970 si laurea cum laude in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia, dopo un percorso di studi affrontato con determinazione e impegno assoluti, avendo come unico svago la goliardia dove pure dà prova di avere idee chiare e spesso ( sempre) controcorrente.
Si specializza in Ortopedia e Traumatologia, complice l’ incidente sugli sci di un caro amico con gamba rotta ‘al seguito’.

La sua voglia di uscire dagli schemi, di essere all’avanguardia, di imparare cose nuove lo porta a volare in Giappone ( siamo nel 1972!) per studiare le tecniche di microchirurgia che lì raggiungono livelli di precisione impensabili. Supera ostacoli di varia natura, anche umiliazioni e schiaffi morali, ma continua a contare sul proprio talento, sull’intuito e sulla consapevolezza che impegno e fatica alla fine pagano sempre.
Ottenuta la specializzazione in Chirurgia della mano presso la Hiroshima University in Giappone, rientra in Italia e qui può applicare quanto ha appreso in estremo oriente. Ma non si vive di sola tecnica. Paolo Cherubino applica costantemente all’esercizio della professione la regola cardine firmata da Ippocrate e sottoscritta dai medici con giuramento durante la seduta di laurea: avere sempre a cuore il rapporto tra medico e paziente, tra malato e curatore rapporto che, se ben inteso, è la miglior cura.

Si susseguono per anni all’Ospedale San Matteo di Pavia interventi pionieristici e di altissimo livello, anche di microchirurgia della mano, definiti “ i miracoli delle mani ricostruite’.

A un altro Paese, Paolo Cherubino è debitore ( o creditore): si tratta degli Stati Uniti d’America dove apprende il valore della meritocrazia, non sempre considerato in Italia. Né allora né ora.
Grazie alle sue indiscusse competenze, entra in contatto con stimati luminari americani che apprezzano la preparazione ortopedica europea e con loro partecipa allo sviluppo di modelli innovativi, anche come consulente di aziende all’avanguardia nel settore.

Quando, per volontà dell’allora rettore dell’Ateneo Pavese, fu istituita a Varese, non senza polemiche, l’Università dell’Insubria, Paolo Cherubino contribuisce in modo determinante ad avviare la Facoltà di Medicina, della quale diventerà Preside essendo già, oltre che Ordinario di Ortopedia, anche Direttore della Clinica di Ortopedia e Traumatologia.
Oggi è professore emerito dell’Ateneo Insubre.

Fin qui la sintesi del dato professionale. Ma il racconto di una vita non può prescindere per Paolo Cherubino dall’evidenziare gli aspetti più propriamente umanitari dell’uomo che si concretizzano sia nel rapporto con i pazienti che anticipa la ben nota umanizzazione della medicina sia con la partecipazione a missioni internazionali in paesi in difficoltà, quali l’Albania e l’Amazzonia. In questi paesi, anche a costo di rischiare la vita, ha voluto dare un’ ulteriore prova di voler essere un medico ‘dedicato’.

Nel 2020 Matteo Inzaghi, giornalista, scrittore e docente, ha scritto “Lo chiamavano John Wayne – Biografia estorta di Paolo Cherubino” ( Pacini Editore). Il ricavato delle vendite è stato destinato alla “Associazione per la Difesa dell’Anziano”. E non poteva che essere così’.


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